I segreti del marketing politico per manipolarti la mente. Il raggiro che subiamo da sempre con la convinzione che sia giusto così…
Viviamo in un mondo di comunicazione e informazione.
Questo lo sappiamo.
Oggi più di sempre, ci arrivano centinaia di informazioni e comunicazioni ogni giorno, tutte orientate a farci prendere le decisioni che “l’uomo invisibile” vuole per un suo fine preciso. Lui sa come manipolarci e come indurre le masse verso l’ovile.
E ci riesce sempre.
Il più grande di tutti in questo processo è proprio colui che meno ti aspetti.
Se provassi a farti un indovinello, non ci azzeccheresti mai. E non è un caso.
Si è mascherato molto bene. E’ invisibile.
E si tratta proprio dell’entità che ti comanda e organizza la tua vita, la tua esistenza, la tua quotidianità, la tua pensione e anche il “dopo pensione”.
Si, lo Stato, si occupa di te proprio bene. Fino in fondo.
Ti ha detto che far andare bene l’economia sia un onere tuo, un onere del popolo.
E difatti, ogni tassa che emette, la emette come “tassa buona”, che serve alla comunità, nascondendo in realtà il fatto che siamo dinnanzi ad una bestia affamata che presenta uno stomaco senza fondo. Più mangia e più lo stomaco si dilata in un processo senza fine.
Ti spinge ad avere più proprietà possibili come cultura di vita. Difatti la proprietà è il fattore più controllato che esista ed è anche il più tassato.
(E ci riesce sempre. Tutti abbiamo e vogliamo molte proprietà.. non a caso..)
Più patrimonio non vuol dire più reddito o ricchezza, ma più spese di mantenimento e più tasse. E noi che ci caschiamo come pere, con patrimoni immobiliari (e non solo..) immobilizzati che non ci generano reddito ma solo spese di mantenimento e imposte. E la bestia si sfama con un bel banchetto.
Ti sei mai chiesto perché vieni definito “contribuente”? Semplicemente per istillare nella tua mente che devi “contribuire”. Come se il padrone della fabbrica che non sa far quadrare i conti delle sue vendite, toglie lo stipendio a te, affermando che devi contribuire alla crescita e sviluppo. Accetteresti?
Se la risposta è no, dovremmo rivedere molte cose nella mente delle persone e fare ordine…
Comunicazione e percezione. Ti chiami contribuente perché le tasse sono FATTE PER TE. Per migliorare il mondo in cui vivi. Proprio come quando andiamo al supermercato e ci ricordiamo la pubblicità “duracell dura di più, molto di più”. Ce l’hanno martellata nel cervello talmente tanto che ne siamo davvero convinti.
Dura davvero di più? Chissà, forse no. Nessun utilizzatore ha usato il cronometro per misurare le prestazioni. Ma noi ne siamo convinti nella mente e questo è sufficiente. Il loro messaggio ha fatto effetto.
Infatti tutti pensiamo che le tasse sono per noi.
L’uomo invisibile ha colpito ancora.
Gran parte di queste situazioni fanno parte del cosiddetto “marketing politico”, creato appositamente per generare assensi senza far percepire realmente che ti mettono le mani in tasca per pagare tutto ciò che non riescono a gestire.
Per non parlare del trucchetto più vecchio del mondo, rubato nientedimeno che al vecchio Robin Hood, il nostro eroe.
Tolgo ai ricchi per dare ai poveri. Funziona sempre.
Per creare assensi e farti pagare in maniera “indiretta” e soprattutto “contenta”, ti dico che colpirò quelli che hanno più soldi e li accuso formalmente.
Tu cadi nella vecchia tana perché hai antipatia per quei soggetti che verranno colpiti. In realtà la massa paga, ma con la percezione di “contentezza”, perché stanno colpendo i più ricchi.
I ricchi sono in realtà una minoranza assoluta e gran parte sono inattaccabili perché (al contrario nostro) non hanno beni personali, ma al massimo quote societarie. Risultato? I piccoli pagheranno in massa senza accorgersene, contenti perché è stato colpito il ricco o la classe sociale o politica di turno, quella mediaticamente (e appositamente..) attaccata.
Davvero straordinario. Uno dei segreti comunicativi per creare assensi che non ha eguali nel processo di comunicazione con le masse.
E a noi piace, così come ci piaceva il buon Robin Hood.
Ci tolgono tasse su tutto e soprattutto.. tutti. Stato, comuni, province regioni.
Poi avviene un terremoto e subiamo gli aumenti del prezzo della benzina perché dobbiamo “contribuire” noi. Siamo o non siamo “contribuenti”?
Ogni tassa e ogni spesa con un buon marketing diviene cosa buona e giusta. Digerita molto bene dalle persone. Tutto sta nel COME viene presentata e comunicata.
Ecco altre due strategie interessanti applicate “dall’uomo invisibile” che potrebbero servire al tuo marketing:
Parlare solo delle cose buone dove si sono spesi soldi senza toglierne al popolo, nascondendo o semplicemente non parlando del resto.
Funziona sempre.
La seconda, è una vecchia strategia spesso utilizzata dai commercianti: cambiare nome per rimescolare il minestrone. “Ho abolito quella tassa per il bene del popolo” dopo aver ricevuto i consueti applausi, non si parla mai della nuova tassa collaterale che colpisce indirettamente e che ha un nuovo nome.
Quell’imposta va ampiamente a compensare il mancato introito della prima.
Questa l’hanno messa in atto praticamente tutti i governi. E’ lo stratagemma più riciclato della storia.
Forse dovremmo prendere atto che sono i gestori che non sanno gestire, non noi che dobbiamo pagare e ripianare. I servizi dovrebbero essere a nostra disposizione, invece siamo noi a disposizione dei servizi.
Non si potrà mai fare nulla finchè l’unico intento è quello di creare il consenso. Per creare il consenso ed essere eletto, non devo far quadrare i conti, ma fare in modo che le persone mi seguano.
Poi li raggiro alle spalle con qualche trucchetto evergreen, utilizzando alcuni degli stratagemmi che ho appena citato..
E le patrimoniali? Dove ci dicono che in qualità di contribuenti dobbiamo contribuire al risanamento? Quelle sono patrimoniali esplicite.
Ma sono bravi a dirci che non le faranno.
Ed ecco la nascita e la moda delle patrimoniali “nascoste”, quelle imposte o spese che da sempre ci chiediamo perché esistano e non ci diamo mai una risposta.
Ricordo anni fa il “bollino blu” sulla vettura, i vari bolli inseriti su proprietà o su documenti divenuti ad un tratto obbligatori.
“Non farò patrimoniali” dice il governante di turno attirando gli applausi della folla. E dopo spuntano queste novità che tutti paghiamo in silenzio chiedendoci sempre il motivo della loro nascita. E la patrimoniale.. arriva comunque, silenziosa ma inesorabile, come una mannaia.
Inoltre contribuiamo alla pulizia e all’ambiente. Bello vero?
E quando ci rechiamo nei luoghi che abbiamo contribuito a pulire e risanare.. spesso dobbiamo ancora pagare il biglietto di ingresso.
Guardiamoci in faccia una buona volta. Dal 1965 le tasse procapite sono salite dal 24% a oltre il 35% Una media di aumento di circa l’8% all’anno. Siamo al 40% del PIL!
Lo Stato ha incassato spesso più delle rendite dei mercati finanziari e nonostante questo.. il debito pubblico è aumentato.
Non a caso: siamo dinnanzi al pretesto fisso che giustifica l’aumento graduale di ogni anno.
Non è lo stato a far fronte al debito. Ma siamo noi da soli e non ce ne accorgiamo nemmeno.
Una complessa macchina di suggestione e comunicazione che ci fa passare il messaggio che siamo noi a dover mantenere il magistrato, il vigile urbano o il funzionario pubblico.
Siamo allo stesso tempo padroni, datori di lavoro.. e contestualmente anche coloro che pagano. Siamo tutto.
O forse niente.
Non diciamo niente perché nella nostra mente ci è stato insinuato il messaggio che questo sistema sia giusto. Non mi meraviglio se al termine di questo scritto arrivino commenti di avallo nei confronti del sistema, del tipo “se tutti facessero e pensassero come te, saremmo rovinati”
Ma lo ripeto ancora: questa frase non è tua. Si trova parcheggiata nella tua mente ed è stata istillata come un lento veleno. E tu la ripeti come un autonoma soprattutto con grande convinzione personale.
Un piano ben riuscito, come diceva il buon Hannibal Smith dell’A-TEAM.
Guarda il capital gain sulle rendite finanziarie. Non ha intaccato i titoli di stato.
Strano vero? Quello è debito pubblico e siccome lo Stato ha un interesse personale, ti tassa di meno. Per il resto ti supertassa.
Per non parlare del “socio occulto” di ogni impresa e società, che si mangia il 50% del lavoro che fai, senza praticamente lavorare nell’impresa.
Un’attività davvero redditizia, una vera rendita “passiva”. (molto passiva..)
Il risultato e la condotta di chi ha compreso questo assurdo sistema di stratagemmi occulti? Semplice. Scappa via.
Le più grandi menti, i più grandi amministratori e di conseguenza le più grandi aziende, delocalizzano senza che nessuno faccia niente.
E adesso cosa faremo?
Niente assolutamente niente. Questo articolo, questo scritto, rimarrà un ingiallito ricordo sperduto negli archivi di un blog e nell’algoritmo frenetico di un motore di ricerca.
Tutto termina qui, perché è sempre più bello scrivere per condividere la bellezza, il benessere, la gioia del pensiero. Insomma, belle sensazioni, mentre leggere certe situazioni che ci raggirano e ci pugnalano alle spalle crea certamente sdegno e risentimento.
Ma è opportuno una volta per tutte essere consapevoli di ciò che viviamo.
Una volta che siamo consapevoli, abbiamo gli occhi per vedere e la piena coscienza delle decisioni che prendiamo e prenderemo.
Adesso che hai capito qualcosa in più sorge la domanda finale..
E questo è il sistema al quale ci inchiniamo e al quale regaliamo le sorti intere della nostra esistenza della nostra vita e al quale diamo in mano il nostro futuro e la nostra pensione?
La scelta migliore che possiamo fare, è la scelta dell’indipendenza.
Perché essere indipendenti si può.
Basta e ripeto BASTA con la convinzione che la pensione statale sia l’unica soluzione esistente e che il concetto di pensione sia connesso a una sola parola: vecchiaia.
Chi lo ha detto?
Si qualcuno lo ha detto effettivamente e adesso sappiamo chi.
L’uomo invisibile. Ci ha legati sul lettino, e con la siringa piena e l’ago pungente, e ci ha istillato nelle vene e nella mente la droga della convinzione.
Oggi ne conosci l’antidoto.
Inizia a pianificare una volta per tutte la tua fuga da questo sistema.
E allora si che sarà un bel vivere.
Massimiliano Acerra
Allenatore Mipai.
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