Da anni sentiamo le persone schiacciate dal peso di ciò che nella loro vita è stato un fallimento.
Il proprio lavoro, la propria azienda, ma
così anche la propria vita professionale, sentimentale, finanziaria, affettiva, e in vari campi.
Perché avviene questo reale avvilimento?
Esiste un segreto nascosto, un emblema culturale che è giusto conoscere per cambiare vita fin da subito..
Perché fallire schiaccia così pesantemente la testa delle persone, la loro moralità, la loro anima in maniera perenne?
E’ capitato a me come a tutti, con la conseguenza di mesi, e talvolta anni di buio totale dell’anima, e mi sono posto questa domanda mettendo in atto una ricerca storica e psicologica.
Un giorno, mentre parlavo dei miei fallimenti, mi venne fatta una domanda, che mi fece… aprire gli occhi, riflettere, pensare.. stupire.
“ma sono stati fallimenti, oppure delle cose che non sono andate come ti eri preventivato, come avevi pensato, come doveva essere?”
In effetti, mi fermai a riflettere attentamente.
Tutti quei contesti ai quali avevo attribuito un “fallimento”, in realtà erano delle situazioni dove le cose che avevo pensato e creduto all’inizio, non erano semplicemente andate come preventivato. Ci avevo messo l’anima con tutto l’impegno del mondo.
Ogni situazione parte sempre con le migliori previsioni, con la carica, la grinta, con gioia e desiderio e altre volte con l’esaltazione assoluta (trovi un’interessante valutazione nell’articolo dedicato sull’esaltazione che troverai nel blog MIPAI).
Poi cosa avviene? Semplicemente certe cose si sviluppano in maniera diversa, in maniera minore o troppo esagerata, o non si sviluppano proprio.
Tutto qui. E questo avviene pressochè sempre.
Può avvenire per la nuova fidanzata, o con il marito, o nella sfera professionale, o con l’apertura del nuovo negozio.
Le cose non sono andate semplicemente come ci si aspettava.
Sembrerebbe chiaro ed elementare.
Eppure il “Fallimento”, questa parola così gravosa, ci affossa l’anima solo nel pronunciarla.
Le ragioni sono pressochè storiche e culturali, molto radicate nel nostro paese e nella nostra religione.
La prima cosa che mi è saltata all’occhio, è senza dubbio il fatto che in altri paesi, come ad esempio l’Inghilterra, la concettualità di fallimento praticamente non esiste.
Se hai un’attività, un’impresa e non è andata bene, semplicemente, non è andata come era nelle previsioni. (Che certamente nella mente del promotore erano i presupposti positivi migliori del mondo).
Tutto li.
Significa semplicemente che quell’impresa chiude e ce ne sarà un’altra con altre idee, altri programmi e progetti.
Cosa avviene invece nel nostro paese, connesso alla nostra specifica cultura?
Succede che: HAI FALLITO. Sei un perdente. Esiste una punizione molto gravosa, una punizione legale, fiscale, oltre che varie inibizioni spesso a riprendere ogni attività, oltre che la punizione morale, quella più opprimente, quella che vivrai e sconterai per sempre, ogni giorno con la tua anima.
Se non ti hanno punito abbastanza, ti autopunisci tu. Ti erodi dentro.
La cultura italiana, in tutti i suoi risvolti, punisce il fallimento. Dentro e fuori.
La stessa religione cattolica, che viene professata dalla massa, presuppone che il fallimento, l’errore, preveda una penitenza con successiva assoluzione.
E anche se molti dicono di non professarla, comunque ne hanno vissuto gli influssi da sempre, frequentando i catechismi, la scuola e ne hanno assunto le ideologie.
Pertanto, ecco la radice che solca i nostri pensieri e crea la nostra vita. (Come sempre…)
Ogni pensiero spesso è dettato da ideologie culturali di massa, che vanno a deviare la vera essenza.
Per questo noi del Mipai, ci dissociamo e cerchiamo di avere un nostro pensiero, una nostra strada, una nuova ideologia, quella che sia più funzionale alla nostra crescita, alla nostra vita e al nostro obiettivo.
In altre nazioni l’orientamento culturale è difforme.
Come abbiamo visto sopra, le imprese sostanzialmente non falliscono.
Così come nella vita. Non hai fallito.
In altri paesi, semplicemente, dinnanzi ad un errore o ad una cosa “non andata come era stata inizialmente pensata”, l’orientamento è semplicemente quello di non farlo più, di non ripetere l’errore.
La stessa religione pone delle differenze sostanziali rispetto alla religione cattolica.
Non vige la penitenza e l’assoluzione.
Ma semplicemente un: “le cose non sono andate come avevi preventivato? Non farlo più”.
Si pensi che ad esempio nella religione ortodossa, viene benedetto il secondo matrimonio a patto che il coniuge non abbia una responsabilità reale per la chiusura del precedente rapporto.
I cattolici pongono un essere umano come tramite, per dare il messaggio universalmente giusto per tutti dettato dalla bibbia.
Nelle altre religioni, come anglicani e protestanti, si determina che nessun uomo sia infallibile tanto da parlare di cose universalmente giuste per tutti, e che solo Dio possa essere infallibile.
Una differenza sostanziale e non da poco.
Per quanto concerne la bibbia.. tutti sono “abilitati a comprenderne il significato”
Questo articolo non è stato stilato per professare un credo piuttosto che un altro, oppure per abilitare una religione o una cultura a scapito di un’altra.
La libertà è la cosa più bella e importante del mondo.
Piuttosto è utile comprendere come la cultura e l’orientamento di un paese, le ideologie religiose e culturali, siano talvolta determinanti nel bene e nel male su tante problematiche esistenziali delle persone.
Domanda: se tu fossi nato in Ghana, penseresti ciò che pensi oggi della vita, del mondo, dell’amore, del lavoro o altro? Probabilmente no.
Sei semplicemente “programmato” a pensare esattamente ciò che la cultura del tuo paese professa come universalmente giusto.
Stacchiamo la spina e formattiamo il sistema. (I virus solitamente spariscono durante il processo..)
Ritengo personalmente che la parola “fallimento” deva essere abolita dal vocabolario, soprattutto quello italiano, perché porta dietro di se uno strascico profondamente negativo dentro le anime delle persone affossando in maniera sproporzionata l’essenza e la vita di ognuno di noi.
Se non lo faranno loro (il che è molto facile..) abolisci tu dal tuo vocabolario questa atroce parola.
Adesso anche tu poniti questa domanda:
Hai fallito veramente? Oppure semplicemente le cose che avevi pensato, creduto e voluto non sono andate come avevi previsto? Semplicemente non sono andate così?
Se per caso la risposta si colloca nella seconda categoria, allora potrebbero cambiare molte cose nella tua vita…
Semplicemente ripartendo.. e facendo meglio.
E sarà un bel vivere.
Una nuova strada, il bivio giusto.
Massimiliano Acerra
Allenatore Mipai
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